Orafo, scultore e scrittore considerato uno dei più importanti esponenti del manierismo, nacque a Firenze nel 1500 e sin dalla pubertà manifestò un'indole violenta e irrequieta tanto da essere esiliato a Siena (insieme all'amato fratello Cecchino) a soli sedici anni. A Siena entrò a bottega presso due famosi orafi della città dai quali apprese il mestiere, ma pochi anni dopo (1523) fuggì a Roma a causa di una nuova rissa per la quale era stato condannato a morte in contumacia. Nella capitale cominciò a farsi un nome producendo meravigliosi gioielli per le famiglie più facoltose della città e per lo stesso papa Clemente VII, inoltre si distinse per l’eroica battaglia di Castel Sant’Angelo nella quale difese Clemente VII dall'attacco dei lanzichenecchi di Carlo V (Sacco di Roma, 1527). Riparò a Mantova nel 1528, per poi fare ritorno a Roma l’anno dopo, di nuovo a servizio di papa Clemente VII come maestro delle stampe della Zecca di Roma. Al contempo uccise l’assassino di suo fratello Cecchino, coinvolto in una nuova rissa a Roma, ma questa volta riuscì ad assicurarsi la protezione papale. Nel 1534, fu coinvolto in una nuova aggressione per la quale fu costretto invece a scappare a Napoli. Sempre a causa del suo temperamento iracondo, della rivalità con altri artisti (uccise un orafo rivale: Pompeo de’ Capitaneis) e dei contrasti con alcuni membri dell’aristocrazia romana, tra cui Pier Luigi Farnese (figlio del papa Paolo III Farnese, successore di Clemente VII), fu imprigionato al Castel Sant’Angelo, da dove fece una rocambolesca fuga rompendosi una gamba.

Liberato per intercessione dei suoi protettori, partì nel 1540 alla volta di Parigi, dove godette del favore di Francesco I di Francia, per il quale eseguì molti lavori tra cui la famosa saliera d’oro con le immagini del Mare e della Terra (ora al Kunsthistorisches Museum di Vienna). In questo periodo di grande fervore artistico il C. ebbe una figlia (Costanza) da una modella che posava per lui, inoltre Francesco I gli concesse la naturalizzazione francese e una provvisione annua di settecento scudi. Malgrado il grande successo d'oltralpe, il C. decise di rientrare a Firenze (1545) e fu accolto dal duca Cosimo I de’ Medici ed elevato a scultore di corte con una provvisione annua di molto inferiore a quella francese (duecento scudi). A Firenze gli venne commissionata la famosa scultura del Perseo con la testa di Medusa (1554), e assicurato un soggiorno signorile che gli diede modo d'impiantare la sua fonderia, ma anche qui la rivalità e gli scontri con altri artisti (soprattutto Baccio Bandinelli e Bartolomeo Ammannati) non gli dettero tregua e il C. fu nuovamente imprigionato per l’aggressione dell’orafo Giovanni di Lorenzo (1556). Nell’ultimo decennio di vita, caduto ormai in miseria, si dedicò alla narrazione della sua Vita rocambolesca (1558-1567). Scrisse inoltre i Trattati dell’oreficeria e della scultura, pubblicati nel 1568 a Firenze. Poco prima di morire il C. fece dono di tutte le sue sculture «finite e non finite» a Francesco I de’ Medici e morì a Firenze nel 1571, fu sepolto nella Cappella di San Luca.

 

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GLOSSARIO

contumàcia
Nel diritto penale, o civile, indica la situazione in cui l'imputato si rifiuta di comparire durante un processo a suo carico.
intercessióne
Intervento di un alto personaggio durante una richiesta di liberazione o di grazia.
oltralpe
Luogo che si trova al di là delle Alpi; si riferisce in special modo alla Francia.
provviṡióne
Sinonimo di stipendio o rendita fissa.
zécca
Officina che si occupa del conio delle monete e della produzione di timbri e sigilli dello Stato.