Icona lettera S

Scrittore napoletano di epoca barocca noto per le sue fiabe, nacque a Giugliano (in Campania) nel 1566. Della sua infanzia non ci restano molte notizie se non che avesse tre sorelle cantanti, di cui la famosa Adriana Basile che si riteneva essere la cantante più brava e bella dell'epoca, e un fratello anch'egli compositore e poeta, Lelio Basile. Da fonti documentarie sappiamo che da giovane il B. lasciò assai presto la sua città natale per viaggiare lungo la penisola e che intorno al 1600-08, si arruolò volontario a Venezia come soldato nelle milizie e sulle navi della Repubblica. Dal 1604, iniziò a comporre le prime opere; probabilmente influenzato anche dall’amico e letterato napoletano Giulio Cesare Cortese, a cui scrisse la prefazione alla Vaiasseide. Nel 1612, si recò a Mantova con la celebre sorella e si mise al seguito di Ferdinando Gonzaga, che lo nominò cavaliere e conte palatino, ed entrò a far parte dell’Accademia degli Oziosi. Più tardi divenne governatore di vari feudi per conto di diversi signori dell'Italia meridionale: ebbe il governo di Aversa (1626), ma anche quello di Avellino, Montemarano e Lagolibero; infine ebbe quello della terra di Giugliano, la sua terra natale.

Icona lettera B

Basile trovò il suo stile compositivo scrivendo in dialetto napoletano; scrisse soprattutto opere a sfondo moralistico-satirico e quadri di vita napoletana. Tra le sue opere minori troviamo anche il Pianto della Vergine (1608); Madriali et ode (1609) e la favola marinara Le avventurose disavventure (1611). Ma il suo capolavoro è senza dubbio Lo cunto de li cunti (postumo, 1634-36): una raccolta di 50 fiabe popolari, adattate alla rappresentazione nei teatri di corte (la prima di cui si abbia notizia in Europa). Le fiabe furono scritte in dialetto napoletano, all’interno di una cornice fiabesca ben strutturata, ed un linguaggio teatrale pregno di Commedia dell’arte. In quanto caposcuola e inventore del genere, parecchie delle sue favole ebbero imitatori in tutta Europa: la sua Zezolla, divenne la Cenerentola di Ch. Perrault; il Cagliuso venne traslato nel Gatto con gli stivali del Perrault e di J. L. Tieck; Il cuorvo e Le tre cetre diventarono rispettivamente il Corvo e l'Amore delle tre melarance di Carlo Gozzi. Lo Cunto fu poi tradotto in italiano da Benedetto Croce nel 1925. B. morì a Giugliano nel 1632, qualche giorno dopo aver compiuto 66 anni, ed è sepolto nella chiesa di Santa Sofia.

 

Opere: scritti e manoscritti

  • Pianto della Vergine (1608)
  • Madriali et ode (1609)
  • Le avventurose disavventure (1611)
  • Lo cunto de li cunti (1634-36)

 

Collegamenti esterni:

Opere in catalogo

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Liriche di Giambattista Basile

  • Lo cunto de li cunti

 

 

 

GLOSSARIO

conte palatino
Titolo nobiliare che nell'alto medioevo aveva un grado d'importanza molto elevato e che con il passare del tempo ha avuto un diverso valore giuridico fino a diventare una merce di scambio tra imperatori e vassalli.
pòstumo
Edito, o nato, dopo la morte dell'autore o del padre.