Nobile umanista, figlio di Giovanni Peppe Cruciata e di Lucia Strozzi, nacque nel 1441 a Scandiano, nel castello del Reggiano, il giorno in cui il Sole entrava nei Gemelli. Il nonno paterno, Feltrino Boiardo, era feudatario degli Estensi dal 1423 e B. trascorse l’infanzia a Ferrara, ma alla prematura scomparsa del padre (1451) ritornò a vivere a Scandiano con il nonno e lo zio Giulio Ascanio. Della sua prima educazione si occuparono il nonno Feltrino e il precettore di casa Boiardo, Bartolomeo da Prato, e in un ambiente così pregno di cultura come la corte degli Estensi, il giovane B. si dilettò a lungo nello studio dei classici latini, e studiò forse anche il greco, ma soprattutto i versi del Dante e del Petrarca. Nel 1456 il vecchio Feltrino morì, e dopo qualche anno anche lo zio Giulio Ascanio lo lasciò (1460), e B. si ritrovò ad ereditare il feudo con tutte le responsabilità dell’amministrazione, e a dover affiancare alle importanti missioni diplomatiche e di rappresentanza la frequentazione delle corti degli Este a Ferrara (dove, dal 1461, volle avere una stabile residenza), a Modena e a Reggio Emilia. Le prime prove letterarie del B. furono incoraggiate dallo zio letterato e poeta, Tito Vespasiano Strozzi, ma anche da Battista Guarini, Bartolomeo Paganelli, e molti altri autori di versi latini della corte ferrarese; a documentare questo periodo di estro artistico vi sono i Carmina de laudibus Estensium (Poesie in lode degli Estensi, composte tra il 1462 e il 1474), quindici eleganti componimenti latini in vario metro. Negli stessi anni il B. si dedicò anche alla composizione di versi in volgare, dedicati all’amore non corrisposto per una gentildonna reggiana, Antonia Caprara, presenti nel canzoniere gli Amorum libri tres  (I tre libri degli amori, 1469).

La difficoltà di dover conciliare i suoi doveri di feudatario con l’attività letteraria, lo spinse a trasferirsi (dal 1476) a Ferrara, presso la corte di Ercole d’Este con la generica qualifica di «comes» (“compagno”) del duca. Il gusto per i romanzi cortesi e i poemi epici che caratterizzavano le corti del tempo spinse il B. a cimentarsi con il genere dei cicli di poemi arturiani e carolingi, e a comporre il suo capolavoro, l’Orlando innamorato. Scrisse per la corte anche i Capitoli del gioco dei tarocchi, settantotto terzine e due sonetti composti per illustrare un mazzo di ottanta carte del gioco dei Tarocchi. La scrittura dell’Innamorato non fu tra le più felici e fortunate, B. dovette interromperne la composizione più volte, sia per gravi motivi politici che personali: una prima volta nel 1480, a causa della guerra contro Venezia, nella quale B. venne nominato governatore di Modena. Raggiunta la pace del 1484, B. venne nominato governatore di Reggio, e tra gli impegni di governo tentò di proseguire con un terzo libro le vicende dell’Innamorato, ma la discesa di Carlo VIII dalla Francia (nel settembre 1494), gli rese il compito impossibile e B. morì a Reggio dopo qualche mese.

 

Opere: scritti e manoscritti

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  • Pastoralia
  • Timone

 

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GLOSSARIO

Umanesimo
Periodo storico tra la fine del sec. 14° e il sec. 16° che segna l’inizio dell’età moderna e si caratterizza per una riscoperta dei testi antichi latini e greci.