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Letterato e arcivescovo italiano, noto soprattutto per il Galateo, nacque a Borgo San Lorenzo nel 1503 da Pandolfo della Casa e Lisabetta Tornabuoni. Studiò a Bologna e Firenze con Ubaldino Bandinelli e altri importanti letterati del tempo e nel 1532 intraprese la carriera ecclesiastica per interessamento di Alessandro Farnese (papa Paolo III). Nel 1544 diventò arcivescovo di Benevento e, lo stesso anno, papa Paolo III lo nominò nunzio apostolico a Venezia. Il D. si trasferì in un sontuoso palazzo sul Canal Grande e vi tenne un salotto frequentato dalla migliore nobiltà veneziana e gli artisti, letterati e poeti più in voga. Scrisse numerosi versi e un trattato in latino sul valore del matrimonio Quaestio lepidissima: an sit uxor ducenda (riflessione forse stimolata dalla nascita di un figlio) ma l’opera fu tradotta in italiano solo nel 1976, a cura di Luigi Silori. Il D. introdusse il tribunale dell’Inquisizione in Veneto e nel 1548 compilò un Indice dei libri proibiti finora mai tradotto. Nel 1544 si mise in cattiva luce per la protezione offerta al fuggiasco Lorenzino de’ Medici (colpevole dell’omicidio del cugino Alessandro de’ Medici, duca di Firenze) e a causa di ciò non ricevette mai la porpora cardinalizia, inoltre alla morte di Alessandro Farnese (papa Paolo III), e l’elezione di papa Giulio III, dovette lasciare sia Venezia che Roma. Si trasferì a Nervesa (Treviso), dove compilò il suo celebre Galateo overo de’ costumi, con una dedica a monsignor Galeazzo Florimonte. Richiamato da papa Paolo IV, morì a Roma nel 1556. Le sue Rime furono edite postume ed ebbero larga diffusione tra i letterati del tempo per un uso innovativo dell’enjambement, chiamato poi «legato dellacasiano», utilizzato anche dal Tasso e dal Foscolo.

 

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GLOSSARIO

enjambement
Lett. «scavalcamento» o «accavallamento», procedimento stilistico che nella poesia prevede la divisione della frase tra la fine di un verso e l’inizio del verso successivo.