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ETTERATO di antiche origini nobili, nacque a Padova nel 1730, figlio di Giovanni (Zanne) e Medea Bacuchi. Studiò in seminario e riuscì ad ottenere il titolo di abate senza mai diventare sacerdote. Dopo una prima esperienza come professore di retorica e belle lettere (Lettere) a Padova, si trasferì a Venezia, ed entrò nel circolo culturale più in vista del suo tempo insieme a Carlo Goldoni, Carlo e il fratello Gasparo Gozzi, Giuseppe Baretti e molti altri. Inspirato da questo ambiente, nel 1762, pubblicò a Venezia le traduzioni italiane di due tragedie di Voltaire (Maometto (1755-58) e La morte di Cesare (1761)) e due dissertazioni teoriche: il Ragionamento sopra il diletto della Tragedia e il Ragionamento sopra l’origine e i progressi dell’arte poetica. Nello stesso volume pubblicò anche due Ragionamenti sulle due tragedie tradotte e il Mercurius. De Poetis tragicis, opera critica di storia della letteratura comparata, che faceva di Voltaire il miglior tragico del suo tempo. L'anno dopo si cimentò nella traduzione dei Canti di Ossian (Poems of Ossian) dello scozzese James Macpherson (1763, 1772) e la cosa gli procurò una fama istantanea internazionale del tutto inattesa.

Nel 1768 venne nominato professore di lingua greca ed ebraica presso l’Università di Padova, e continuò ad occuparsi di traduzioni dal greco e dalle lingue moderne con discreto successo (Demostene, Omero, Gessner, Young), inoltre nel 1784 pubblicò il Saggio sulla filosofia del gusto, seguito l'anno dopo dal suo Saggio sopra la lingua italiana. Nel 1777 entrò a far parte del salotto della contessa d’Albany a Roma, e vi conobbe Antonio Canova e molti altri. Nel 1783, proprio attraverso la contessa d'Albany, conobbe Vittorio Alfieri ma la loro mancanza d'affinità si espresse quasi subito sia sul piano artistico che umano e la loro corrispondenza s’interruppe molto presto, seguita da una vena di sarcasmo. Il C. fu sempre un grande sostenitore di Voltaire e degli ideali illuministi, ma restò fortemente deluso dagli esiti violenti della Rivoluzione francese e si schierò apertamente con Napoleone, dedicandogli anche un sonetto (1797). Lo stesso anno diede alle stampe un suo Saggio sopra le instituzioni scolastiche private e pubbliche, con riferimento al piano di riforma dell’università e della scuola. Nel 1803 lavorò alla stesura dell’Adria consolata, testo musicato da Ferdinando Bertoni e messo in scena alla Fenice (Venezia, 1803) in occasione del genetliaco di Francesco II d’Asburgo-Lorena. Il C. dedicò a Napoleone anche un discusso poema, la Pronea (1807), aspramente criticato dal Foscolo per la povertà della verseggiatura e il «gran lezzo di adulazione». L’edizione aggiornata della sua opera omnia in 40 volumi fu pubblicata in-ottavo a Pisa nel 1800, e fu completata postuma nel 1813 dal suo allievo più fedele, l’abate Giuseppe Barbieri, in seguito anche suo successore alla cattedra dell’Università di Padova.

 

Collegamenti esterni:

Opere in catalogo

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Elegia di Tommaso Gray sopra un cimitero di campagna (Trad. dall'orig. di Thomas Gray)

  • Canti di Ossian (Trad. dall'orig. di James Macpherson)

  • Lettera a Vittorio Alfieri sulle sue tragedie Ottavia, Timoleone e Merope (Padova, 25 marzo 1785)

 

 

 

GLOSSARIO

in-ottavo
In editoria e tipografia, il formato in-ottavo comprende tutte le stampe di libri che misurate al frontespizio hanno dai 20 ai 28 cm d'altezza, storicamente ritenuto il formato di prestigio per eccellenza.
opera omnia
In editoria o bibliografia, la stesura più completa e definitiva di tutte le opere pubblicate da un autore.